Castelli Vassalli - Quintana di Ascoli Piceno
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I CASTELLI VASSALLI DELLA CITTÀ

Il caleidoscopico corteo storico è impreziosito dalla presenza di nove gruppi in rappresentanza dei Castelli vassalli della città di Ascoli.

La loro storia si intreccia con quella della città tanto che già negli antichi Statuti si parla del loro ruolo e del fatto che erano tenuti a partecipare ai giochi della Quintana offrendo un drappo (Palio). Oggi la loro partecipazione alla Quintana è un momento non certo dovuto ma autenticamente sentito perché la manifestazione non è soltanto patrimonio della città bensì di tutto il suo territorio. Ecco perché i Castelli ne fanno parte integrante. E occorre riconoscere che la loro unione è una partecipazione emotivamente forte, di alto livello ed assolutamente integrata nel corpo stesso della Quintana.


CASTELLO DI ACQUASANTA TERME

Acquasanta Terme sorge nell’alta valle del fiume Tronto, incastonata fra i Sibillini a nord e i Monti della Laga a sud, e circondata da boschi di castagni plurisecolari, querce, faggi e abeti bianchi.

Come testimonia il nome, Acquasanta possiede sorgenti sulfuree intorno alle quali sorgono stabilimenti termali con vasche naturali libere alimentate da acqua calda. Le acque termali sono note fin dall’antichità per le loro proprietà curative. Nel Gonfalone è rappresentato uno scudo sannitico moderno, accompagnato in cima da corona murata e merlata di otto pezzi e, in punta, da due ramoscelli di alloro e di quercia legati con fiocco azzurro carico dell’iscrizione “ACQUA SANCTA”. Vi sono rappresentati gli stemmi degli antichi castelli compreso quello di Luco.


CASTELLO DI ARQUATA DEL TRONTO

Dell’origine di Arquata del Tronto non si hanno notizie certe, alcuni studiosi l’identificano con l’antica Surpicanum, posta tra le due “Statio” della Tavola Peutingeriana, Ad Martis e Ad Aquas.

Le prime menzioni di Arquata risalgono al secolo XI. Nel 1255 si diede spontaneamente ad Ascoli ricevendone in cambio ampia autonomia. Attualmente, oltre a capoluogo, il comune conta 12 frazioni e sul suo territorio si estendono ben due Parchi Nazionali, quello dei Monti Sibillini a nord e quello del Gran Sasso Monti della Laga a sud. Tale caratteristica è espressione dell’unicità di questa terra, fatta di irripetibili valori ambientali e testimonianze storico-culturali, diffuse nei suggestivi paesi del comune.
Si possono ammirare numerose testimonianze artistiche e storiche: la Rocca medioevale, dove la leggenda vuole abbia risieduto Giovanna D’Angiò di Napoli, e la chiesa dell’Annunziata con crocifisso ligneo policromo del Sec. XIII.


CASTELLO DI CASTEL DI LAMA

Situato nella Vallata del Tronto nell’area di confluenza del Torrente Lama con il fiume Tronto. Le testimonianze archeologiche risalgono al periodo neolitico, per continuare poi in quello del bronzo, piceno, romano e medievale.

In epoca medievale, presso l’antica Fonte dell’Olmo sorse, dal 1206 al 1258, un monastero femminile cistercense, beneficio di Federico II. Sullo stesso sito, oggi Villa Seghetti-Panichi, già Odoardi, nel 1381, viene citato il Castrum Lamae, nell’antico catasto ascolano. Il Castello faceva parte del Comitato ascolano come Castello di II grado, soggetto al governo del Vicario designato dal Comune di Ascoli.


CASTELLO DI CASTORANO

Situato sulle colline che circondano la Vallata del Tronto ed abitato in origine da popolazioni picene, Castorano fu assoggettato dai Romani tra il 296 ed il 297 a.C., divenendo, così, una delle stationes della via del Sale che giungeva presumibilmente fino a Portum Truentum, l’attuale Porto d’Ascoli.

Nel 1283 la storia di Castorano s’intreccia strettamente con quella dello Stato Ascolano: in qualità di castello di secondo grado è, infatti, retto da un suo Vicario e deve annualmente versare la somma di 58 Ducati come garanzia di difesa.
Per tutto il ‘400 ed il ‘500 rimane coinvolto nella secolare guerra contro Fermo ed i suoi alleati di Oflida ed Acquaviva. Tale fase storica, per quanto tormentata, appare la più importante storia di Castorano, che allora vantava un ampio territorio, un ospedale un carcere, e costituiva anche il crocevia d’obbligo per chiunque volesse raggiungere il confinante regno di Napoli.


CASTELLO DI FOLIGNANO

Folignano è un comune posto su una collina, sul versante destro della bassa Valle del Tronto, alle falde della Montagna dei Fiori. Ritroviamo nel territorio la presenza di due fortificazioni: il Castello di Folignano e la Rocca di Morro.

Costituito da antichi nuclei storici, Folignano è stato fino al 1830 uno degli avamposti che costituivano il sistema di difesa della città di Ascoli Piceno, frequente teatro di cruente battaglie, soprattutto con la Rocca di Morro (Arx Murri). Terra di confine tra la Marca Pontificia e l’Abruzzo degli Svevi e degli Angioini, dei vicerè di Napoli e dei Borboni, è per questo ubicato in una posizione di notevole importanza strategica.
La città di Ascoli eleggeva ogni sei mesi un Vicario che avrebbe avuto il governo del territorio e del Castello.


CASTELLO DI MONTEGALLO

Il forte legame Montegallo – Ascoli affonda le sue radici al 1250 quando gli statuti civici di Ascoli raccontano del Castello di Monte Santa Maria in Lapide (l’attuale Montegallo) al quale venne concessa la cittadinanza onoraria di Ascoli da parte di Giovanni Bonaparte. Ma anche della successiva cacciata dalla città del tiranno Galeotto Malatesta, una liberazione che nel 1352 avvenne per mano dei montegallesi. Si torna a parlare di Montegallo anche negli statuti civici di Ascoli del 1377 e poi ancora nel 1482, quando il Castello venne perdonato dopo che, per tre anni, aveva mancato di consegnare il Palio ad Ascoli.


CASTELLO DI MONTEMONACO

Montemonaco, piccolo comune nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, offre un panorama stupendo dai monti al mare Adriatico.

Possiede tutte le peculiarità del centro montano: ambiente naturale incontaminato con boschi di querce, di castagno e di faggio, territorio ricco di funghi, tartufi e marroni, acque leggere strutture con oltre 1000 posti letto, che offrono possibilità di soggiorno, sport e riposo. In questo territorio, ricco di flora e fauna, ancora aleggia il culto fantastico e il pullulare di leggende medievali che hanno per protagonista la mitica grotta della Sibilla Appenninica, da cui prende il nome la catena montuosa che fa da sfondo al paese. La Sibilla Appenninica è una profetessa la cui misteriosa figura ha esercitato un grande fascino, soprattutto tra curiosi viaggiatori di varie epoche che, a più riprese, si sono spinti numerosi alla ricerca della grotta dove la stessa Sibilla dimorava.
Il comune è meta privilegiata degli appassionati di escursionismo che possono scegliere tra percorsi di varia difficoltà, da effettuare a piedi, in bicicletta o a cavallo.


CASTELLO DI MONTEPRANDONE

Monteprandone sorge su un colle a circa 280 metri sul livello del mare. Il paese dista 5 Km dalle spiagge dorate di San Benedetto del Tronto e gode di un incantevole panorama che spazia dal mare Adriatico ai monti Sibillini ed il Gran Sasso.

Castrum di Ascoli. Presidato farfense, accomandato ad Ascoli. Incastellamento avvenne nel 1039; la prima attestazione del comune è datata 1292, mentre il primo statuto risale al 1537.
Lo stemma è formato da un grande scudo con cinque colli ( Monteprandone, Monterone, Montetinello, Monticello, Montecretaccio) che rappresentano, simbolicamente, l’intero territorio comunale al centro, il colle più alto è sovrastato da un giglio, ancora più in alto un rastrello tra i cui denti compaiono altri tre gigli.
Quest’ultimo è un segno araldico molto particolare dell’Italia medioevale, il “capo d’Angiò”. È il principale segno della frazione guelfa, adottato da famiglie e comuni, composto da tre gigli situati tra i “denti” di una figura geometrica detta rastrello o lambello, ad indicare che i colli erano fortificati.
I gigli stilizzati invece, meglio noti in araldica come gigli di Francia, rappresentano il simboli dell’arme delle dinastie reali francesi fin dalla loro origine.
La tradizione narra che fosse stato il cavaliere Brandone, al seguito di Carlo Magno, a costruire il Castrum Mons Prandonis, per questo gli antenati hanno fregiato lo stemma comunale con il simbolo della Reale Casa di Francia, su fondo giallo e azzurro.


CASTELLO DI MONTE PASSILLO

Posto nella medio alta valle del fiume Aso. Fiume che attraversa il paese, e che ha disegnato nei secoli, quella insenatura da cui l’originale struttura urbanistica che caratterizza il vecchio incasato; e dice il Colucci: “Serba questa Terra la figura di una piramide giacente, e così l’alveo del fiume largo, e profondo poté servirle di difesa ne’ tempi andati, mentre dall’alto lato era stata munita di alto muro”.

Il ponte sul fiume, anticamente sublicio, ne ha suggerito l’Arma: “E’ un ponte di due Fortini munito nelle sue estremità, sotto il di cui Arco scorre il fiume. La proprietà di quest’Arma si rende chiara per la fatta descrizione del paese, onde sembra ben’ideata, secondo le regole del blasone.”; ancora oggi, il ponte rappresenta l’unica appendice che collega la “Comunanza” storica, romana e medioevale, con quella ottocentesca e post bellica.
Di antiche e importati origini romane, Comunantia Montis Pasilli Civis Distrectualis Esculi , nasce come Castello di Primo grado di Ascoli, già sottoposta ai “Signori de Monte Pasillo” proprietari di un vasto territorio fin ai Monti Sibillini. Monte Passillo per due secoli fu soggetto a continue lotte armate con i paesi limitrofi che ambivano al possesso di quel territorio situato al confine dei due turbolenti Stati di Ascoli e Fermo. Sicché nel 1249, Giorgio e Albertino di Anselmo di Monte Passillo, operano una precisa scelta, firmando una dichiarazione di vassallaggio nei confronti della città di Ascoli .
Il modesto abitato, a picco sul fiume, sviluppato intorno all’Hospitali Sancti Francisci (ora Chiesa di S. Francesco sec. XIII), registrò un sensibile incremento della popolazione, in quanto, negli statuti di Ascoli del 1377, erano previsti flussi migratori verso i nuovi Castelli con notevoli esenzioni fiscali: “Le castella sono queste: (..) lu castello de la comunanza de Monte Paxillo…” .


CASTELLO DI MONTE SAN PIETRANGELI

Monte San Pietrangeli è un comune italiano di 2.415 abitanti della provincia di Fermo. Il suo centro storico, di forma allungata e circondato dalle mura medievali è caratterizzato da una via principale a senso unico che si apre in una piazza centrale e da due strette vie secondarie laterali alla via principale. 

Furono i Siculi a fondare in epoca preromana un primo insediamento e questo piccolo villaggio fu chiamato Petraia per il culto che queste genti pagane tributavano al Dio Sole. In epoca romana il territorio venne diviso in tanti terreni ognuno dei quali veniva assegnato, come pensione, ai militari che avevano servito Roma: ne è prova il ritrovamento di un’urna cineraria marmorea, conservata nella sala consigliare del Comune, contenente le ceneri del legionario Caio Vezzio vessillifero della IV legione di Macedonia, rinvenuta in località San Biagio. Nel IX-X secolo il territorio comunale venne donato dal duca di Spoleto Faroaldo II al monastero di Farfa e di San Pietro in Valle a Ferentillo.


CASTELLO DI PATRIGNONE

Libero comune fondato alla fine del XII secolo, Patrignone fu fin dall’origine alleato di Ascoli con cui ebbe rapporti anche a livello dirigenziale. Il Castello di Patrignone ha rappresentato nei secoli una sicura roccaforte della città Picena.

Il paese mantiene pressoché intatto l’impianto urbanistico medievale. Molto interessante è la chiesa di Santa Maria di Viminato, per il portale romanico gotico e le numerose opere d’arte contenute al suo interno. Un’ importante iscrizione del 1257, contenuta nella lapide murata sulla porta gotica del borgo Umberto I, accenna anche al dominio di Re Manfredi. Delle antiche mura castellane restano da ammirare soltanto le basi di due torrioni sul lato est del paese. Il “lavatoio”, la “fonte vecchia”, la chiesa ottagonale della “Madonna Tonna”, sono solo alcune delle altre pregevoli opere da ammirare in questo piccolo paese. 


CASTELLO DI PORCHIA

Porchia è un ex comune italiano della provincia di Ascoli Piceno, attualmente frazione di 400 abitanti di Montalto delle Marche.

Il territorio di Porchia è abitato fin dall’antichità, esistendo testimonianza della presenza di necropoli sia picene sia romane. La fondazione vera e propria risale però al IV secolo, durante le invasioni barbariche. Il borgo prende il nome di Porcia. Il castello porchiese sorge all’epoca delle incursioni saracene, intorno al IX secolo.
Nel 1291 il papa ascolano Niccolò IV attribuisce al castello la prima forma di autonomia, ammettendolo all’elezione del podestà. Di lì a poco Porchia entra a far parte dei castelli di Ascoli, come baluardo nordorientale della città. Ascoli offre a sua volta aiuto militare al castello (1319-1321). Di questo status la frazione reca tuttora traccia, con la partecipazione della sua rappresentanza alla Quintana di Ascoli Piceno.


CASTELLO DI RIPABERARDA

Ripaberarda è un ex comune italiano della provincia di Ascoli Piceno, oggi frazione di 850 abitanti di Castignano. Fronteggia il capoluogoda oltre la valle del torrente Chifente.

Il Castello di Ripaberarda, situato alle falde del Monte Nero (oggi dell’Ascensione), era una roccaforte di confine dello Stato di Ascoli e si governava a norma della città dominante, sia nel Temporale, che nello Spirituale, e pur avendo un proprio statuto municipale e quattro pubblici rappresentanti era retto da un podestà di nomina ascolana.
La particolare posizione strategica del castello accentuava lo spirito guerriero degli abitanti e, la conformazione difensiva della rocca, era di monito ad eventuali mire nemiche perchè difficilmente attaccabile.


CASTELLO DI ROCCAFLUVIONE

Roccafluvione è un comune  di 2.135 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche. È comune sparso con sede nella frazione di Marsia e fa parte della Comunità Montana del Tronto.

È possibile conoscere il territorio di Roccafluvione, nelle sue particolarità, affrontando i percorsi di interesse naturalistico e storico  architettonico che si snodano fra le sue frazioni. Sull’alto letto del torrente Fluvione, lungo la strada di Casacagnano, si osserva il ponte naturale formato dall’unione di due rocce, e per questo chiamato nativo, che oggi è il simbolo del Comune di Roccafluvione ed è rappresentato nel suo stemma.
Il Fluvione (che trae il nome dal latino “fluvius”, corso d’acqua). nasce dal Monte Vettore e si snoda per 13 Km all’interno del territorio di Roccafluvione. Fin dall’antichità ha rappresentato una risorsa importante per l’economia del territorio. La presenza di mulini idraulici, alcuni dei quali funzionanti fino ad alcuni anni fa, altri ristrutturati o in fase di restauro, ne è la testimonianza principale.


CASTELLO DI VENAROTTA

Venarotta è un comune italiano di 2.066 abitanti della provincia di Ascoli Piceno. Fa parte della Comunità Montana del Tronto.

Le origini di Venarotta non sono chiare, un’ipotesi è che il paese fu fondato nel VI secolo da alcuni ascolani, che edificarono su un’altura il centro abitato e un tempio dedicato a Venere, da cui deriverebbe il nome “Venarotta”. Altra ipotesi sull’origine del toponimo è che questo deriverebbe da “vena” (parola usata per indicare una sorgente sotterranea o una cavità del terreno). Nel 1237 gli ascolani annessero Venarotta, che fino ad allora era autonoma e si reggeva con propri ordinamenti. La storia del centro pedemontano da qui in poi è legata a quella di Ascoli Piceno. Nel 2017 Venarotta insieme ad altri 13 Comuni sostiene la costituzione del Parco dei Calanchi e Monte Ascensione, al fine di promuovere valorizzare il territorio.

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